Dioscoride di Cibo e Mattioli

Dioscoride di Cibo e Mattioli Betonica Comune (Stachys officinalis), ff. 92v-93
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Betonica Comune (Stachys officinalis), ff. 92v-93

Il cestro, che i latini chiamano betonica, si chiama psicrotrofo perché nasce in luoghi freddi. È un'erba che produce il fusto sottile, quadrato, alto un gomito e talvolta anche più. Ha le foglie come quelle della quercia, lunghe, molli, con il margine inciso e profumate; le maggiori tra queste sono quelle più vicine alla radice. In cima ai fusti nasce il seme fatto a spiga, come quello della timbra. Le foglie si raccolgono e si fanno seccare per molti usi; le sue radici sono sottili come quelle dell'elleboro, e quando si bevono in acqua melata provocano il vomito della flemma. Una dramma di foglie, bevuta in acqua semplice o melata, cura gli spasimi, le lesioni, i disturbi e il soffocamento dell'utero; tre dramme bevute in un sestario di vino curano i morsi degli animali velenosi. Sui morsi ha effetto anche l'erba, applicata a mo' d'impiastro. Una dramma bevuta nel vino è un efficace antidoto ai veleni; se la si mangia preventivamente, non si avrà alcun danno dai veleni mortiferi bevuti. Ha effetto diuretico e lassativo. Bevuta con acqua, guarisce chi è affetto da epilessia e da frenesia. Se ne dà una dramma in aceto melato a chi soffre di fegato e ai malati di milza. L'equivalente di una fava mangiato dopo cena con miele schiumato facilita la digestione. Si somministra allo stesso modo per i rutti acidi e giova agli stomaci debilitati se si beve il suo succo e, subito dopo, del vino annacquato. Tre oboli in un ciato di vino annacquato contrastano l'espettorazione di sangue. Bevuta nell'acqua, giova alla sciatica, ai dolori della vescica e alle coliche renali. Due dramme giovano agli idropici, da bere con acqua melata in presenza di febbre e altrimenti con vino melato. Guarisce dal travaso di bile. Una dramma presa con vino provoca le mestruazioni, quattro dramme con dieci bicchieri d'acqua purgano l'intestino. Assunta con del miele, giova ai tisici e agli sputi di catarro. Le sue foglie, fatte seccare e tritate, si conservano in un vaso di terra.

 

Vive nelle radure boschive in Italia, Spagna, Francia, Gran Bretagna, Europa, Asia sud-occidentale e Africa nord-occidentale. Contiene olio essenziale, tannini e amari. Secondo alcuni autori, il nome proviene dall'uso magico che ne facevano le popolazioni iberiche, e in particolare i Vettoni. È stata considerata una panacea, e usata per curare qualsiasi disturbo. Il decotto o l'infuso sono digestivi, cicatrizzano le ferite e migliorano l'ulcera delle vene infiammate.

 

Ramón Morales Valverde
Real Jardín Botánico de Madrid
(Estratto dal volume di commento del Dioscoride di Cibo e Mattioli)


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