Dioscoride di Cibo e Mattioli

Azafrán (Crocus sativus), f. 160r
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Zafferano vero (Crocus sativus), cc. 159v-160r

Originario dell’Asia sud-occidentale, è coltivato sin dall’antichità ed era probabilmente già conosciuto nell’area mediterranea ai tempi dell’Impero romano. I tre stimmi di colore rosso sono strappati dal fiore, lasciati a seccare e leggermente tostati. Ne deriva un colorante e insaporitore alimentare unico, ma molto caro, visto che per ottenerne un chilo sono necessari 100.000 fiori. In omeopatia è usato per le malattie dell’utero e come calmante. Nella medicina popolare vi si ricorreva per facilitare i parti, anche se ciò rendeva più difficoltoso capire se fosse in atto un’emorragia. Nell’antichità era ritenuto afrodisiaco. Dioscoride dedica un capitolo alla pianta e un altro all’unguento crocino, ovvero a base di zafferano. A quanto indica lo stesso autore, già nel mondo romano del i secolo era un prodotto costoso e, riguardo alle proprietà, aggiunge che, bevuto nel vino, stimola l’urina e impedisce le ubriacature. Afferma anche che l’unguento crocino induce il sonno e, applicato con acqua sugli occhi, aiuta i miopi. 

Ramón Morales Valverde

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