Libro della Felicità

f. 79r, Luogo di preghiera dove si concentrano gli storni


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Questa illustrazione è un altro caso di confusione da parte dell’artista se la confrontiamo con l’immagine corrispondente nel Kitab al-bulhan (f. 43v). Nel manoscritto il titolo è cancellato, ma la miniatura mostra chiaramente gli uccelli che portano dei piccoli oggetti nel becco, cosa che questo artista ha omesso. Inoltre, nella miniatura originale compare, come nelle due precedenti, una chiesa o monastero ed un monaco. Anche senza il titolo è possibile identificare la chiesa con un’altra storia del Kitab sukkardan, che parla di un monastero dove una volta l’anno si riunisce un enorme nugolo di storni, ognuno carico di un’oliva nel becco e due nelle zampe. Quando si posano sugli alberi lasciano cadere a terra le olive; i monaci le raccolgono e le vendono, ed in questo modo si guadagnano il sostentamento per il resto dell’anno. Si presume che il monastero si trovi in Anatolia. Nella versione ottomana, il disegno mostra due uomini che parlano dall’alto delle staccionate che circondano le loro case, in un paesaggio rustico con un sentiero a zig-zag, alberi bassi accanto ad un altro più alto dove si trovano gli uccelli ed uno sfondo montuoso. I modi degli uomini sembrano indicare sorpresa alla vista dei quattro storni degli alberi, ma la scena rimane molto lontana dall’intenzione della miniatura originale.

Stefano Carboni
The Metropolitan Museum of Art
Conservatore allegato del Dpto. di Arte islamico

f. 79r, Lugar de oración donde se concentran los estorninos

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f. 79r, Luogo di preghiera dove si concentrano gli storni

Questa illustrazione è un altro caso di confusione da parte dell’artista se la confrontiamo con l’immagine corrispondente nel Kitab al-bulhan (f. 43v). Nel manoscritto il titolo è cancellato, ma la miniatura mostra chiaramente gli uccelli che portano dei piccoli oggetti nel becco, cosa che questo artista ha omesso. Inoltre, nella miniatura originale compare, come nelle due precedenti, una chiesa o monastero ed un monaco. Anche senza il titolo è possibile identificare la chiesa con un’altra storia del Kitab sukkardan, che parla di un monastero dove una volta l’anno si riunisce un enorme nugolo di storni, ognuno carico di un’oliva nel becco e due nelle zampe. Quando si posano sugli alberi lasciano cadere a terra le olive; i monaci le raccolgono e le vendono, ed in questo modo si guadagnano il sostentamento per il resto dell’anno. Si presume che il monastero si trovi in Anatolia. Nella versione ottomana, il disegno mostra due uomini che parlano dall’alto delle staccionate che circondano le loro case, in un paesaggio rustico con un sentiero a zig-zag, alberi bassi accanto ad un altro più alto dove si trovano gli uccelli ed uno sfondo montuoso. I modi degli uomini sembrano indicare sorpresa alla vista dei quattro storni degli alberi, ma la scena rimane molto lontana dall’intenzione della miniatura originale.

Stefano Carboni
The Metropolitan Museum of Art
Conservatore allegato del Dpto. di Arte islamico

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